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La Gallofobia
nel Rinascimento

Sì, il Rinascimento, quel periodo riconosciuto come il secondo apogeo della penisola dopo l'Impero romano, è stato anche teatro di un sentimento di avversione nei confronti della Francia. Le dispute di quell'epoca erano principalmente legate ai conflitti politici e militari tra le diverse potenze europee. Durante il Rinascimento, la Francia, sotto re come Carlo VIII e Luigi XII, ha intrapreso diverse campagne militari in Italia. L'invasione di Carlo VIII nel 1494 è stata particolarmente significativa. Queste invasioni sono state spesso percepite come minacce alla sovranità delle città-stato italiane e hanno generato risentimento verso la Francia.

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Si osservano anche prese di potere e alcune interferenze francesi. Alcuni leader italiani sono stati deposti o influenzati dalle potenze francesi, ad esempio Luigi XII è stato coinvolto in intrighi in Italia, in particolare nella città di Milano, dove cambi di governo hanno causato tensioni. A questi eventi si aggiunge la Battaglia di Fornoue nel 1495, uno scontro tra le forze francesi e una coalizione di stati italiani vinto dai francesi. Il Rinascimento italiano ha anche visto nascere gli scritti di Niccolò Machiavelli, che ha espresso senza mezzi termini le sue idee gallofobe nelle sue opere. In "Il Principe" mette in guardia contro la fiducia eccessiva nelle potenze straniere, in particolare la Francia, e sottolinea la necessità per l'Italia di mantenere la propria forza militare e politica.

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IL PAPA PIO II : UN GALLOFOBO ALLA SANTA SEDE 

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Prendiamo ad esempio per illustrare queste affermazioni il caso di un grande gallofobo del suo tempo: il papa Pio II. Enea Silvio Bartolomeo Piccolomini, con il suo nome di nascita, esprime un'opinione fortemente critica nei confronti dei francesi per tutta la sua vita. La sua rappresentazione della Francia è costantemente negativa, una visione che perfeziona nel corso degli anni. Giudica severamente i personaggi francesi e orienta deliberatamente la scrittura della storia in una direzione polemica.

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Rinterpreta l'antichità carolingia modificando la storia dei Galli e dei Franchi, mettendo in discussione i miti fondatori. Neghisce le origini franche dei francesi, presentandoli piuttosto come Galli, e dipinge Carlo Magno come tedesco. Questa versione della storia viene mantenuta anche di fronte alle reazioni ostili dei francesi, in particolare quelle di Carlo VII e Luigi XI, che lo accusano di avere intenzioni malevoli nei confronti dei francesi.

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Le parole di Carlo XI
Chi non penserebbe che, attraverso i servizi offerti, la durezza che sembri avere nei confronti del popolo francese, avrebbe dovuto ammorbidirsi?

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Il papa Pio II critica anche i monarchi francesi contemporanei, motivato da tre ragioni principali: l'influenza francese nella dominazione angioina in Italia, le manovre dilatorie francesi durante le crociate e conflitti personali legati alla sua ascesa al pontificato contro la coterie dei cardinali francesi. Conduce una propaganda anti-delfinica mettendo costantemente in dubbio la legittimità della monarchia francese. La sua critica si estende a un denigramento generalizzato della nazione francese, definendola credula e servile.

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Si compiace di utilizzare episodi che coinvolgono i francesi come esempi, alimentando la gallofobia, mettendo in discussione persino figure emblematiche come Giovanna d'Arco, affermando che la sua venuta è un'invenzione dei principi francesi incapaci di mettersi d'accordo. Esprime una critica severa nei confronti dei simboli della monarchia francese, in particolare dell'olio santo. Una figura politica tra le più potenti del suo tempo, pur essendo fermamente pervasa da un sentimento anti-francese.

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LA GALLOFOBIA

© 2024 di Corentin Perrier. Creato con Wix.com

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